Carissimi
concittadini, autorità civili, militari e religiose
Come ogni
anno, in questo giorno, siamo qui davanti al monumento ai caduti per onorare
quanti diedero la vita per la nostra cara Patria, e per celebrare quanti, ogni giorno,
nelle forze armate e dell’ordine, sono costantemente impegnati a garantire la serenità
sociale, la corretta convivenza civile e la pace tra i popoli nelle missioni sui
vari fronti ancora aperti a livello internazionale.
E’ doveroso
un breve cenno storico, a beneficio dei ragazzi e dei più giovani, soprattutto adesso
che, per ovvi motivi anagrafici, non possono più essere qui presenti i reduci di
quel conflitto, a dare testimonianza tangibile dell’orrore vissuto 100 anni fa.
Ebbene, siamo
qui davanti a questo monumento commemorativo proprio il 4 novembre perché come
oggi, nel 1918, veniva annunciato l’armistizio che poneva fine alle ostilità
tra l’Austria- Ungheria e l’Italia, dopo la vittoria nell’offensiva di Vittorio Veneto
e tre anni e mezzo di sanguinoso e drammatico conflitto che portava a
conclusione il processo di unità nazionale, con l’estensione dei confini italiani
al Trentino Alto Adige, a Trieste e alle Venezie.
Altissimo
fu il prezzo di quella vittoria, che costò la vita a 689 mila italiani, mentre oltre
un milione furono mutilati, invalidi e feriti.
Impressionante
fu anche il numero totale di perdite del conflitto, stimato in 16 milioni di
vittime e 20 milioni tra mutilati e invalidi: cifre che devono far riflettere,
numeri da ricordare.
Per tale
ragione, se siamo qui oggi, è si per commemorare i nostri caduti della prima
guerra mondiale e di tutte le guerre, ma anche per rammentare l’orrore che ogni
conflitto porta con se, per trasmettere alle nuove generazioni i valori civici
di pace, libertà e democrazia.
Siamo qui
per celebrare il valore delle centinaia di migliaia di nostri connazionali, i
componenti delle forse armate e di polizia che, ogni giorno, rischiano la vita
per reprimere il crimine e assicurare il rispetto delle leggi, garantendoci un
vivere quotidiano il più possibile sereno, anche attraverso le missioni di pace
internazionali.
Lo fanno
per noi, come recita lo spot che pubblicizza la celebrazione del 4 novembre.
Per noi e per la nostra sicurezza rischiano ogni giorno la loro vita. A tutti loro
un immenso e commosso grazie per ciò che fanno per la sicurezza dello stato e la
pace delle altre nazioni.
Per la
nostra cultura, oggi, l’orrore della guerra appartiene al passato. È in gran
parte così perché insieme, i popoli che un tempo si sono combattuti, rappresentano
una famiglia comune: l’Europa Unita, una realtà che, dispiace, ha molti limiti
e difetti su cui riflettere, avendo ben chiaro, però, che sono tanti i pregi.
Tra questi
la consapevolezza che l’Ue ha rappresentato
un formidabile strumento di pace
e integrazione fra nazioni e popoli, in passato rivali e nemici ed oggi
cooperanti nel tentativo arduo di raggiungere un benessere comune.
Perché non
seguire l’esempio anche nell’ambito dell’accoglienza a favore degli immigrati?
È un
problema che riguarda tutti ma che, attualmente, vede attivo prevalentemente il
nostro paese, quotidianamente impegnato a salvare vite umane nel Mediterraneo. Ci
aspettiamo un impegno più attivo, seguendo i moniti di Papa Francesco, aiutando
questa gente che sta peggio di noi, ed intervenendo, coralmente, per assicurare
una maggiore stabilità nei paesi – Libia, Siria, Iraq ed altri - dove si vivono
situazioni al limite.
Lo
pretendiamo!
In questo
giorno non si può fare a meno di ricordare le drammatiche difficoltà della nostra
nazione, legate a questa lunga crisi che sembra non finire mai e determina
povertà e disoccupazione.
Il
perdurare della crisi incide non solo sulle finanze statali ma anche sulla concreta
operatività dei piccoli comuni come il nostro, lasciati soli di fronte alle
emergenze sociali e occupazionali, strangolati da assurde norme restrittive e
dai vincoli di un patto di stabilità che spesso ci impediscono di far fronte
anche ai bisogni più elementari della
comunità.
In questo momento
di triste congiuntura sfavorevole noi tutti, iniziando da voi ragazzi, siamo
chiamati a comportarci da cittadini onesti e leali, in qualunque ambito
ciascuno operi: al lavoro; a scuola; in famiglia; nella società. Tutti dobbiamo
collaborare a rendere il nostro piccolo paese più decoroso ed accogliente.
Come
Amministrazione giorno per giorno cerchiamo, con le nostre potenzialità, di
fare il possibile per rendere Gerocarne più abitabile e pulito. Ma serve la
massima collaborazione da parte di voi cittadini, iniziando dalla raccolta
differenziata. Ditelo, bambini, ai vostri genitori, che ancora , purtroppo, va
a rilento.
Sono sotto gli
occhi di tutti il nostro impegno e l’attenzione verso l’arredo urbano e l’ambiente,
con interventi fondamentali di pulizia dei fiumi e del paese, azioni di
recupero del centro storico ed anche con iniziative particolari come quella dei
murales che, al di là delle rimostranze dei soliti detrattori, ha dato decoro e
lustro ad alcuni angoli strategici di Gerocarne, oltre a rappresentare un
importantissimo momento di attività ricreativa e formativa per i nostri bambini
e ragazzi.
Innegabile
è la nostra quasi maniacale attenzione verso il mondo giovanile, scolastico e
sportivo, attraverso: l’incentivazione di tutte le iniziative volte a creare
momenti di convivialità e vivere insieme; la ristrutturazione del plesso
scolastico, reso moderno, sicuro, a risparmio energetico e rispettoso dell’ambiente;
la ristrutturazione completa della palestra e degli impianti sportivi,
creandone di nuovi, per dare ai nostri giovani dei siti d’incontro, dove
crescere sani e lontani da distrazioni devianti.
Abbiamo
dato massimo incentivo alle energie rinnovabili, con l’installazione di
impianti fotovoltaici che contribuiscono al rispetto dell’ambiente e permettono
un notevole risparmio energetico, fornendoci somme da impegnare in altre misure
a vantaggio dei cittadini.
Cerchiamo di
incrementare il turismo, curando i siti attrattivi e promovendo progetti come
quello dell’alternanza scuola - lavoro e l’accoglienza di comitive di
visitatori, puntando a far conoscere le nostre bellezze naturalistiche,
paesaggistiche ed ambientali.
Tra poco
inaugureremo, una struttura unica nel suo genere come l’essiccatoio del legno,
che contiamo possa dare un nuovo slancio occupazionale, anche attraverso il
definitivo rilancio della nostra area industriale della valle del Mesima, posta
in un punto strategico.
Siamo stati
tra i principali fautori del Gal “Terre vibonesi”, il cui progetto di utilizzo
delle cospicue risorse comunitarie è stato da poco eletto come quello migliore,
e questo contribuirà a portare sviluppo e nuova linfa propulsiva non solo per
Gerocarne ma per l’intero entroterra.
Stiamo
facendo altresì di tutto per rilanciare le tradizioni artigiane e l’occupazione
in genere, impegnandoci nella promozione di iniziative come quella, innovativa,
che vede protagonisti i nostri artigiani della terracotta ed il maestro Gerardo
Sacco, che è partito con la nuova elegante collezione di vasi ed oggetti d’arredo
da lui firmati ed impreziositi con inserti in argento. Questa novità assoluta
per il nostro paese speriamo possa dare nuovo slancio alle poche realtà artigiane
ancora esistenti e, da questo, avvicinare all’arte vasaia i giovani, per
incrementare questo nostro antico mestiere ed impedire che scompaia estinto
dalla modernità.
Questo e
altro abbiamo fatto, ed altro faremo, non lesinando alcuno sforzo, perché la
nostra ferma volontà è quella di vedere
Gerocarne trasformato in un paese moderno, accogliente, attrattivo e
sempre più proiettato verso un futuro migliore.
Una volontà simile a quella che ebbero i
nostri tanti concittadini e connazionali per l’Italia, per l’indipendenza e la
libertà della quale combatterono e s’immolarono.
Eleviamo in
questo giorno il nostro pensiero ad essi, in modo particolare ai nostri giovani,
che caddero sui campi di battaglia e non fecero più ritorno a Gerocarne.
Leggerò ora
i nomi dei giovani che sono morti in combattimento, pregandovi di rispondere
simbolicamente “PRESENTE” per ognuno di essi, immaginando che siano qui con noi
e gioiscano, sapendo che il loro estremo sacrificio per un’Italia più libera,
indipendente e pacifica non è stato vano:
·
Domenico
Barillaro, disperso sul monte Pasubio il 4 giugno 1916;
·
Raffaele
Crispo, morto sul campo per ferite il 20 novembre 1916;
·
Rocco
D’Elia, morto a Salerno per malattia il
16 gennaio 1916;
·
Nicola
Lanzellotti, morto per malattia il 25 febbraio 1916;
·
Vincenzo
Papillo. morto in combattimento l’11 giugno 1916;
·
Bruno
Schiavello, morto il 4 aprile 1916 per malattia determinata dalla guerra;
·
Raffaele
Tucci, disperso in combattimento;
·
Francesco Cambareri, disperso in combattimento il 30
giugno 1916.
A conclusione non possono mancare i dovuti
ringraziamenti:
ai
carabinieri ed al comandante della Stazione di Soriano Calabro, maresciallo
Barbaro Sciacca, cui esprimo gratitudine per la particolare attenzione verso
questo territorio;
agli agenti
della nostra polizia municipale;
agli
studenti, ai docenti ed alla Dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo di Soriano
Calabro, per la loro presenza;
ai ragazzi
che, emozionandoci, per la prima volta si sono esibiti interpretando l’inno e
gli altri brani, egregiamente diretti dal Prof. __________________;
ai parroci di Gerocarne , Ciano –Ariola e
Sant’Angelo, per la disponibilità e la collaborazione;
a tutti voi
cittadini, che avete onorato con la Vostra presenza questa imprescindibile
cerimonia.
E un grazie,
commosso e dal profondo del cuore, a coloro che, a sacrificio della propria
vita, hanno reso possibile un’Italia ed un mondo migliori.
Viva l’Italia ,
viva le FF.AA.
IL SINDACO
Vitaliano Papillo
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