"Non buttare via il tuo tempo o il tempo butterà via te."



mercoledì 27 gennaio 2016

Coltivare la memoria per distruggere il seme dell’orrore

Il 27 gennaio, 71 anni fa, le truppe sovietiche stanziate in Polonia scoprivano il campo di concentramento di Auschwitz, con i pochi superstiti rimasti, e svelavano al mondo intero gli orrori dei crimini nazisti contro il popolo ebraico e contro tutti coloro che i tedeschi ritenevano inferiori ed indesiderabili, oggetto di uno scellerato sterminio perpetrato al di fuori di ogni logica umana. Milioni di uomini, donne e bambini innocenti perirono in una guerra nella guerra generata dalla pazzia e dal delirio di un uomo e di un popolo, superiori solo nella capacità di generare il male assoluto. Parole come Olocausto, Shoah, genocidio sono disgraziatamente  entrati a far parte del vocabolario mondiale, svelando agli uomini quanto possa essere insana e crudele la bestia umana quando la sua azione è guidata dalla follia e dalla malvagità. Pensando allo sterminio nazista mi vengono in mente quei binari morti che, tra la neve, conducono vagoni di disperati verso luoghi di non ritorno. Mi vengono in mente quei pigiami a righe indossati da persone stanziate dietro reticolati di filo spinato, col viso tracciato dalla paura di chi sta andando incontro ad un destino ignoto ed assurdo. Penso a quei numeri, segnati a caldo sugli arti dei deportati: una matricola di contrassegno per identificare esseri umani come si trattasse di oggetti qualsiasi.  Rifletto su quel fumo che saliva su come da qualsiasi comignolo e rabbrividisco, pensando a come veniva alimentato. E poi a quei corpi, consumati dalla fame e dalla fatica ed accantonati uno sull'altro come cumuli di macerie da smaltire.  Immagini che mi gravitano in mente cercando di ricomporsi in un perché che è impossibile da penetrare. Raramente il passato è stato così crudele e spietato e mai  la storia avrebbe voluto riportare ai posteri di simili accadimenti. Ma l’insensatezza umana l’ha costretta a farlo. Ha costretto la storia a scrivere sui libri dello sterminio di uomini perpetrato da altri uomini. Quell'insensatezza che costringe tuttora la storia a scrivere spesso di persecuzioni di minoranze, di esodi in massa da paesi in perenne guerra, di uomini, donne e bambini che fuggono da orrori e muoiono inghiottiti dalle acque del mare, di belligeranze scriteriate, di prevaricazioni dell’uomo sui suoi simili. Ed allora ricordare diventa un invito a riflettere sugli orrori del passato e su quelli del presente, per trarre insegnamento ed auspicare che si eviti che altre pagine simili siano contenute nei libri. È giusto ricordare affinché si possa scrutare un futuro in cui mai più debbano riproporsi simili abbagli di massa.  Così dovrebbe essere. A questo dovrebbe servire la giornata della memoria, istituzionalizzata, com'è giusto che sia, per fare da spartiacque tra ciò che è stato, ciò che ancora oggi spesso è e ciò che assolutamente non dovrebbe essere più. Mai più. 

Nessun commento:

Posta un commento