C’è
un gran dibattere in questi giorni nel paese sul disegno di legge “Cirinnà”.
Un argomento sempre attuale e per molti aspetti delicato su cui anche io sento
il dovere di dire la mia. Il mio approccio non vuole essere quello del tifoso né
va inteso come discriminatorio verso chicchessia. Anzi, ritengo che chiunque pratichi l’amore, anche se non lo
fa nella maniera prevalentemente più diffusa, ossia quella etero, abbia il
sacrosanto diritto di farlo. Li rispetto e, per ciò stesso, ritengo giusto che
a tali persone siano riconosciuti determinati diritti equiparabili a quelli in
capo alle famiglie “normali”: istituzionalizzazione civile della loro unione;
diritti patrimoniali e successori; reversibilità pensionistica. Ciononostante ritengo
vi siano dei limiti, che vanno rintracciati nella possibilità di concedere il
diritto all’adozione di figli alle coppie composte da persone del medesimo
sesso. E questo perché ritengo sia una forzatura che va contro la natura, che
vuole la famiglia composta da padre, madre e figli. Non esistono, e non sono
concepibili, in natura famiglie con due mamme o due papà ed i figli, ed una
legislazione che vada in senso contrario a ciò configura una violazione di
questo che è un principio da cui ritengo non si possa prescindere.
"Non buttare via il tuo tempo o il tempo butterà via te."
sabato 30 gennaio 2016
mercoledì 27 gennaio 2016
Coltivare la memoria per distruggere il seme dell’orrore
Il
27 gennaio, 71 anni fa, le truppe sovietiche stanziate in Polonia scoprivano il
campo di concentramento di Auschwitz, con i pochi superstiti rimasti, e
svelavano al mondo intero gli orrori dei crimini nazisti contro il popolo
ebraico e contro tutti coloro che i tedeschi ritenevano inferiori ed
indesiderabili, oggetto di uno scellerato sterminio perpetrato al di fuori di
ogni logica umana. Milioni di uomini, donne e bambini innocenti perirono in una
guerra nella guerra generata dalla pazzia e dal delirio di un uomo e di un
popolo, superiori solo nella capacità di generare il male assoluto. Parole come
Olocausto, Shoah, genocidio sono disgraziatamente entrati a far parte del vocabolario mondiale,
svelando agli uomini quanto possa essere insana e crudele la bestia umana
quando la sua azione è guidata dalla follia e dalla malvagità. Pensando allo
sterminio nazista mi vengono in mente quei binari morti che, tra la neve,
conducono vagoni di disperati verso luoghi di non ritorno. Mi vengono in mente
quei pigiami a righe indossati da persone stanziate dietro reticolati di filo
spinato, col viso tracciato dalla paura di chi sta andando incontro ad un
destino ignoto ed assurdo. Penso a quei numeri, segnati a caldo sugli arti dei
deportati: una matricola di contrassegno per identificare esseri umani come si
trattasse di oggetti qualsiasi. Rifletto
su quel fumo che saliva su come da qualsiasi comignolo e rabbrividisco,
pensando a come veniva alimentato. E poi a quei corpi, consumati dalla fame e
dalla fatica ed accantonati uno sull'altro come cumuli di macerie da smaltire. Immagini che mi gravitano in mente cercando di
ricomporsi in un perché che è impossibile da penetrare. Raramente il passato è
stato così crudele e spietato e mai la
storia avrebbe voluto riportare ai posteri di simili accadimenti. Ma l’insensatezza
umana l’ha costretta a farlo. Ha costretto la storia a scrivere sui libri dello
sterminio di uomini perpetrato da altri uomini. Quell'insensatezza che
costringe tuttora la storia a scrivere spesso di persecuzioni di minoranze, di
esodi in massa da paesi in perenne guerra, di uomini, donne e bambini che fuggono
da orrori e muoiono inghiottiti dalle acque del mare, di belligeranze scriteriate,
di prevaricazioni dell’uomo sui suoi simili. Ed allora ricordare diventa un
invito a riflettere sugli orrori del passato e su quelli del presente, per
trarre insegnamento ed auspicare che si eviti che altre pagine simili siano
contenute nei libri. È giusto ricordare affinché si possa scrutare un futuro in
cui mai più debbano riproporsi simili abbagli di massa. Così dovrebbe essere. A questo dovrebbe
servire la giornata della memoria, istituzionalizzata, com'è giusto che sia,
per fare da spartiacque tra ciò che è stato, ciò che ancora oggi spesso è e ciò
che assolutamente non dovrebbe essere più. Mai più.
sabato 16 gennaio 2016
Solidarietà al consigliere regionale Arturo Bova per il vile gesto subito
Desidero esprimere solidarietà e
vicinanza all’amico consigliere regionale Arturo Bova, presidente della
commissione consiliare antindrangheta, oggetto dell’ennesimo atto intimidatorio
con l’incendio della propria autovettura, la terza in meno di un anno. Estendo il mio appoggio morale anche ai
familiari del consigliere Bova, la cui serenità continua ad essere minata da un
pugno di balordi vigliacchi che agiscono contro ogni logica vigente in un paese
che si dichiari civile e democratico. Un gesto vile ed inaccettabile perpetrato
nell’ombra contro una persona che svolge con passione, dedizione, competenza ed
onestà il compito di rappresentanza istituzionale cui è stato designato dai
cittadini ed è da sempre sulle barricate nella lotta per l’affermazione della
legalità. Atti come questi, perpetrati seguendo le deviate regole della perversa
anarchia criminale, accrescono la paura dei tanti calabresi retti e contribuiscono
a dare della Calabria, regione fatta in prevalenza da gente laboriosa e perbene,
un’immagine distorta che non le appartiene. Confido nel lavoro d’indagine degli
inquirenti ed invito Arturo Bova a non farsi intimorire ed a non arretrare di
un solo passo, cercando di trovare uno slancio maggiore a proseguire nel suo
lavoro come ha fatto fino ad oggi, perché la legalità e la rettitudine dei più
prevarranno sempre sulla rozzezza e l’inciviltà dei pochi.
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