Non poteva non esserci il
nostro convinto apporto alla manifestazione odierna a tutela della Prefettura –
Utg di Vibo, presidio che, insieme ad altri come la Questura, i Comandi Provinciali
delle forze dell’ordine, il tribunale, la scuola di polizia – tutti a rischio
soppressione dopo la cancellazione dell’Ente provincia – ritengo sia
indispensabile per garantire la legalità e la giustizia in un territorio
difficile come quello vibonese, dove la malavita ha i suoi begli affari e dove,
mentre l’agire delinquenziale ed i reati di ogni genere aumentano, non è ammesso
accettare un simile depauperamento delle istituzioni atte a combattere il
malaffare ed a garantire una pacifica vivibilità nei nostri centri. Un
territorio, quello della provincia di Vibo, che poco a poco sta venendo
defraudato di ogni suo presidio, in nome di un riordino e di una politica di
contenimento della spesa che ignorano quelle che sono le caratteristiche di
questa disgraziata area geografica, scrigno colmo di tesori di inestimabile
valore a più livelli altrettanto quanto di brutture che vanno estirpate. E perché
ciò avvenga in maniera più efficace le istituzioni occorre mantenerle e non sopprimerle.
Certo, se si è arrivati a questo punto - in cui anche i cittadini, sentendosi
abbandonati e disprezzando quello che è stato un certo modo di gestire la cosa
pubblica, non credono fino in fondo a queste battaglie sociali e di legalità – qualcuno avrà le sue colpe. Ma questo non deve
portarci a gettare la spugna ed a rimanere indifferenti verso un tale stato di
cose. Oggi rischia di chiudere la prefettura. Domani, magari, la questura. Indi
il tribunale, la scuola di polizia, gli stessi presidi di assistenza sanitaria.
E, quando ciò sarà compiuto, chi ne avrà tratto giovamento? Nessuno! Men che
meno i residenti, che, senza dubbio, vedranno peggiorare la qualità della loro vita.
Perché le istituzioni del territorio non sono utili e funzionali alla politica
o a certe categorie di cittadini. Lo sono per tutti, nessuno escluso. E le lotte
per il loro mantenimento non possono riguardare pochi ma devono coinvolgere
tutti, soprattutto le rappresentanze istituzionali, in un movimento
caratterizzato da unità di propositi ed intenti e senza distinzione di colore
politico. La mia, pertanto, è stata una
partecipazione convinta, come lo è stata quella in prima linea nell'amministrazione provinciale, che ho deciso di interrompere anticipatamente per dare un segnale
forte alle istituzioni superiori sul fatto che un Ente, che viene mantenuto in
piedi e deve dare risposte certe e celeri ai cittadini cui si riferisce, non può essere lasciato in condizioni di non
poter operare. Ragion per cui tuteliamo questo territorio in prima linea
contro una logica che tende solo a distruggere ciò che di buono esiste in esso.
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