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domenica 8 giugno 2014

Il nuovo aumento regionale della tariffa di conferimento rifiuti in discarica è una pazzia



Con una gestione del sistema di raccolta rifiuti che definire disastrosa equivale a un complimento uno tra gli ultimi provvedimenti adottati dalla regione Calabria è a dir poco vergognoso e, come sempre, inciderà pesantemente sulle tasche dei già tartassati cittadini. Non esistono mezzi termini per definire la rimodulazione del tariffario per il conferimento dei rifiuti urbani in discarica che, approvata in maniera illegittima, con decreto dirigenziale 5823 del dipartimento politiche ambientali del 14 maggio scorso, prevede un aumento ciclopico delle tariffe per i comuni, con rincari che vanno dal 100 al 300%. Pazzi e scriteriati. Non trovo altri epiteti nel definire questi pseudo gestori della cosa pubblica i quali, agendo in questo modo, gravano ulteriormente i comuni di un fardello aggiuntivo che, inevitabilmente, ricadrà su capo e collo dei cittadini, già sovraccarichi di tasse e gabelle di ogni genere ed al limite della sopportazione tributaria. Aumentare da 91 a 176 euro/tonnellata la tariffa per l’indifferenziata e da 34/47 a 105 euro quella per il conferimento della frazione umida equivale ad una assurdità che dimostra ancora una volta come certa gente, quasi vivesse su Marte, sia distaccata dalla realtà e non conosca quelle che sono le attuali condizioni dei comuni e dei contribuenti. Senza contare che siamo amministrati da individui che non hanno nozione nemmeno delle regole in base alle quali agire per produrre modifiche. Infatti, oltre ad essere estremamente iniquo, il rincaro è anche illegittimo, poiché la legge regionale 18 dell’aprile 2013 (articolo1 comma 3) prevede espressamente che le modifiche tariffarie in materia di rifiuti spettino alla giunta regionale e non possono, dunque, essere approvate attraverso altre vie. Oltreché marziani, quindi, i nostri amministratori regionali sono anche incompetenti. Salvo poi, magari, correggersi e far passare l’atto dall’esecutivo che, essendo in fase di congedo, per via delle note vicende che hanno interessato il suo presidente, esalerà in tale spregevole maniera l’ultimo suo respiro, continuando ad asfissiare le tasche dei calabresi. Si tratta, e credo di esprimere il pensiero dei miei colleghi sindaci, di un ulteriore incomprensibile gesto di una politica che, più che pensare agli amministrati fornendo loro servizi degni di questo nome, li tartassa e succhia loro sino all’ultima goccia di sangue. Senza contare che se la gestione continuerà ad essere com’è stata sin’ora, e non ci sono motivi per pensare il contrario, con i cumuli di mondezza che, un mese si e l’altro pure,  si trovano ad invadere le nostre città, il rincaro ha un ulteriore non senso, come, d’altronde, la miriade di calamità perduranti che da queste parti continuano ad essere chiamate emergenze, parola esistente (per certe cose non tali) solo nel nuovo vocabolario della lingua burocrate calabrese. La mia  credo non sia l’unica voce in tal senso e non si escludono, nell’immediato futuro, azioni collettive eclatanti da parte dei primi cittadini coscienziosi di altri comuni di questa amara terra per contrastare il nuovo, ulteriore, salasso ai danni di contribuenti stracarichi ed impedire che venga posto in atto nel silenzio complice degli amministratori locali.

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