Con
una gestione del sistema di raccolta rifiuti che definire disastrosa equivale a
un complimento uno tra gli ultimi provvedimenti adottati dalla regione Calabria
è a dir poco vergognoso e, come sempre, inciderà pesantemente sulle tasche dei
già tartassati cittadini. Non esistono mezzi termini per definire la
rimodulazione del tariffario per il conferimento dei rifiuti urbani in
discarica che, approvata in maniera illegittima, con decreto dirigenziale 5823
del dipartimento politiche ambientali del 14 maggio scorso, prevede un aumento
ciclopico delle tariffe per i comuni, con rincari che vanno dal 100 al 300%. Pazzi
e scriteriati. Non trovo altri epiteti nel definire questi pseudo gestori della
cosa pubblica i quali, agendo in questo modo, gravano ulteriormente i comuni di
un fardello aggiuntivo che, inevitabilmente, ricadrà su capo e collo dei
cittadini, già sovraccarichi di tasse e gabelle di ogni genere ed al limite
della sopportazione tributaria. Aumentare da 91 a 176 euro/tonnellata la tariffa per l’indifferenziata
e da 34/47 a 105 euro quella per il conferimento della frazione umida equivale
ad una assurdità che dimostra ancora una volta come certa gente, quasi vivesse
su Marte, sia distaccata dalla realtà e non conosca quelle che sono le attuali
condizioni dei comuni e dei contribuenti. Senza contare che siamo amministrati
da individui che non hanno nozione nemmeno delle regole in base alle quali agire per
produrre modifiche. Infatti, oltre ad essere estremamente iniquo, il rincaro è
anche illegittimo, poiché la legge regionale 18 dell’aprile 2013 (articolo1
comma 3) prevede espressamente che le modifiche tariffarie in materia di
rifiuti spettino alla giunta regionale e non possono, dunque, essere approvate
attraverso altre vie. Oltreché marziani, quindi, i nostri amministratori
regionali sono anche incompetenti. Salvo poi, magari, correggersi e far passare
l’atto dall’esecutivo che, essendo in fase di congedo, per via delle note
vicende che hanno interessato il suo presidente, esalerà in tale spregevole
maniera l’ultimo suo respiro, continuando ad asfissiare le tasche dei calabresi.
Si tratta, e credo di esprimere il pensiero dei miei colleghi sindaci, di un
ulteriore incomprensibile gesto di una politica che, più che pensare agli
amministrati fornendo loro servizi degni di questo nome, li tartassa e succhia
loro sino all’ultima goccia di sangue. Senza contare che se la gestione
continuerà ad essere com’è stata sin’ora, e non ci sono motivi per pensare il
contrario, con i cumuli di mondezza che, un mese si e l’altro pure, si trovano ad invadere le nostre città, il
rincaro ha un ulteriore non senso, come, d’altronde, la miriade di calamità perduranti
che da queste parti continuano ad essere chiamate emergenze, parola esistente (per
certe cose non tali) solo nel nuovo vocabolario della lingua burocrate
calabrese. La mia credo non sia l’unica
voce in tal senso e non si escludono, nell’immediato futuro, azioni collettive
eclatanti da parte dei primi cittadini coscienziosi di altri comuni di questa
amara terra per contrastare il nuovo, ulteriore, salasso ai danni di
contribuenti stracarichi ed impedire che venga posto in atto nel silenzio complice
degli amministratori locali.
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