In tutto il mondo, oggi, è la giornata
contro la violenza sulle donne. Contro ogni violenza: fisica, psichica, verbale
e morale. Un giorno che deve servire come monito a tenere alta la guardia
contro i maltrattamenti, le prepotenze ed i soprusi dell’uomo contro ogni suo
simile, ancor di più se di sesso femminile. Perché è impari la forza e
vigliacca ogni azione che tende ad imporla su chi, per naturale conformazione, si
trova a dovervi soccombere. Perché la donna è un essere umano, una creatura
speciale, non un oggetto di cui disporre a proprio piacimento. Oggi è un
momento di riflessione contro la barbarie della sopraffazione istituito dall’Onu
nel 1999, che ha ufficializzato questa data perché 56 anni fa, come oggi, le
tre sorelle Mirabal, rivoluzionarie che lottarono contro la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo in Repubblica
Dominicana, dopo essere state torturate e prese a bastonate vennero spietatamente
strangolate da uomini del regime, che, successivamente, per simulare un
incidente spinsero l’auto su cui esse viaggiavano in un precipizio. Una
riflessione che ci deve far meditare sul fatto che ogni giorno è buono per manifestare,
con le nostre azioni quotidiane, il nostro rispetto verso le donne, che hanno
la stessa dignità degli uomini e meritano stima ed attenzione. E, se ciò non
dovesse avvenire, non bisogna subire in
silenzio ma denunciare. «La cultura del rispetto deve diventare una pratica
quotidiana». Per questo, quando si parla della donna - che è un mondo, un
universo - dobbiamo fare in modo che sia 25 novembre ogni giorno dell’anno:
ogni giorno dell’anno dobbiamo ricordarci che sulla donna non bisogna fare
violenza, perché così facendo la violenza sulle donne non esisterà in nessun
giorno dell’anno.
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