Dopo
la lunga fase preelettorale per le regionali di fine novembre - durante la
quale, da tutti i lati, si è potuto assistere a tutto ed al suo contrario - è
il momento di parlare di ciò che i calabresi si aspettano, attraverso
l’esposizione dei programmi e degli intenti che si hanno per una regione che,
sebbene con tutte le potenzialità di questo mondo, è da sempre ferma al palo,
alla rincorsa di una riscossa che non arriva ed alle prese con i soliti
problemi che, però, qui si chiamano emergenze, così da farli apparire sempre come
nuovi ed impressionare di meno i cittadini che, stufi però di convivervi, chiedono li si affronti con serietà e
competenza». È per tale ragione che esorto Mario Oliverio, il mio candidato
naturale, persona capace ed affidabile, e gli aspiranti consiglieri, ad
iniziare a parlare ai cittadini delle priorità cui intendono rivolgersi e delle
modalità per affrontarle. A partire dalla mancanza di lavoro, ad esempio, piaga
incancrenita e causa di veri e propri salassi demografici – vedi recente
rapporto “Svimez” sul tema - che hanno portato via le menti e le forze migliori,
su cui si potrebbe intervenire, tra l’altro, ripensando completamente all’utilizzo
dei fondi europei, da indirizzare per l’accrescimento del potenziale
occupazionale e lo sviluppo reale, oppure dando maggiore attenzione a strumenti
innovativi come i “voucher”, ad oggi scarsamente considerati. Dovrebbero, poi,
parlare di una sanità che è stata ridotta ad un cumulo di macerie ed occorre rendere
più a misura del cittadino, che chiede un sistema sanitario con ospedali,
pronto soccorso, guardie mediche e medici di base degni di tal nome. Parlino di
depurazione, visto che il turismo costiero è tra le nostre principali risorse,
e che se il nostro mare viene ridotto ad una sorta di immensa latrina, con lo scarico
di ogni ben di Dio, da risorsa si trasforma in deterrente. Sempre in tema di
turismo, e tutela dei territori, inoltre, dicano come intendono valorizzare le
aree montante e interne che, con le loro peculiarità naturalistiche e
paesaggistiche, sono un ulteriore potenziale volano, attualmente ingrippato da
logiche di inaccettabile abbandono. A tal proposito vengano, Oliverio ed i
candidati, a parlare di tutto ciò anche a Gerocarne, dove potranno verificare
da vicino le bellezze che i piccoli centri interni nascondono e vorrebbero
rivelare. Tra le “emergenze” di cui dovrebbero parlare, poi, vi è quella dei
rifiuti e della raccolta differenziata, perché vedere per le strade, un giorno
si e l’altro pure, immensi “monumenti” d’immondizia, è una celebrazione ad un
degrado che più che urbano è istituzionale. In sintesi e in definitiva dovrebbero
parlare di buona amministrazione, quella virtuosa che i cittadini pretendono e
che è mancata negli ultimi anni, creando ulteriori sentimenti di incertezza e
disaffezione verso una politica rimasta di buone intenzioni solo finché non ha
occupato poltrone. I cittadini chiedono che la Calabria, da sempre ferma al
palo, parta. Parlino, Oliverio e la sua futura squadra, con essi, e li
rassicurino che, affinché ciò avvenga, si è pronti all’impossibile.
"Non buttare via il tuo tempo o il tempo butterà via te."
venerdì 31 ottobre 2014
lunedì 27 ottobre 2014
Un'amministrazione che guarda al sociale
Un’amministrazione che tiene alla propria collettività ed ai suoi
problemi non può prescindere dal prendere in considerazione anche quelle che possono essere le problematiche più intime e delicate dei cittadini e delle famiglie. Va in questa direzione il rinnovo della
convenzione con la fondazione “Calabria Etica”, per la fornitura di servizi a
carattere sociale ai cittadini ed alle famiglie in difficoltà, cui si aggiunge l'adesione al progetto “misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale
in aree urbane”, predisposto dalla stessa fondazione e rivolto a soggetti che
si trovano a vivere particolari problematiche economiche, lavorative, di
anzianità, disabilità, immigrazione e quant’altro possa essere cagione di
esclusione sociale. Un rapporto che viene ribadito con convinzione, quello con “Calabria
Etica”, e che ci consente di ampliare e
rendere ancora più efficiente un servizio già attivato dalla nostra
amministrazione che, sin dagli esordi, ha istituito uno sportello di ascolto
come utile strumento di supporto alle problematiche dei cittadini su vari
fronti, uno sportello in grado di fornire prestazioni fondamentali a carattere
sanitario, con l’istituzione del Cup, ed ideatore di importanti iniziative a
sfondo sociale, come l’adesione al progetto “Fiori d’acciaio” ed al banco alimentare, cui può accedere
chiunque fosse interessato. La convenzione mira a
valorizzare l’istituzione familiare ed a recuperarne il fondamentale ruolo
all’interno della società, promuovere i valori della solidarietà, dell’etica e
della legalità e la tutela dei diritti civili dei soggetti svantaggiati,
offrendo agli interessati consulenza legale, supporto psicologico, assistenza
sociale, attività psicopedagogiche, ludiche, ricreative e di orientamento,
mediazione familiare, gruppi d’ascolto ed altre prestazioni di supporto e
sostegno a vari livelli. Il progetto, invece, nel rispetto più assoluto della privacy, è rivolto alla lotta alla
segregazione sociale, attraverso la predisposizione di opportuni strumenti in
grado di raccogliere e mettere a sistema le esigenze ed i fabbisogni
dell’utenza, definendone le priorità ed orientandola verso la soluzione degli
specifici problemi, per discutere e valutare con l’opportuna
attenzione i più delicati dei quali sono previsti incontri periodici tra l’amministrazione, responsabili della
fondazione ed il parroco, don Antonio Pileggi, il quale, giudicando il progetto più che positivo, ha dato la disponibilità della parrocchia per la realizzazione di un
lavoro capillare e sinergico, da attuare sicuramente con il coinvolgimento
anche della scuola, nella sua fondamentale funzione sociale. Ritengo sia questo un utile modo per avvicinare le istituzioni ai
cittadini e alle loro problematiche, impegnandoci nella loro risoluzione ed
aiutando i soggetti che più ne hanno bisogno, compito imprescindibile di
un’amministrazione attenta ed operativa.
sabato 11 ottobre 2014
La provincia di Vibo diventi un caso nazionale
Una
situazione tragica ed insormontabile, molto più grave di quanto poteva apparire
dall’esterno. Queste le mie prime impressioni da neo consigliere provinciale di Vibo Valentia, derivate da una breve ricognizione tra gli uffici
e parlando con i dipendenti da cui emerge un contesto economico a dir poco drammatico, di fronte al quale s’infrangono,
senza mezzi termini e con profondo rammarico, tutti i buoni propositi della
vigilia per una provincia nuova, più efficiente e rispondente alle esigenze del
territorio e dei cittadini, che da anni si vedono relegati agli ultimi posti di
tutte le classifiche sulla vivibilità ed i servizi offerti ed ai primi se il
parametro di riferimento è qualcosa di negativo. Un vero e proprio “caso Vibo” per il quale c’è poco da fare a meno
di un intervento del governo nazionale. Una constatazione, la mia, che si
coglie immediatamente scambiando qualche battuta con i dipendenti, nei quali
c’è parecchia preoccupazione sulle sorti che spettano loro e l’ente nella sua
interezza, preoccupazioni che, certamente, influiscono sul buon andamento del
lavoro svolto dagli stessi. A pesare maggiormente sulle casse provinciali sono sicuramente i tanti debiti contratti negli anni, cui si
deve aggiungere il forte esubero di personale, decisamente in sovrannumero per
un ente piccolo come la nostra provincia. Da questo punto di vista uno
spiraglio è rappresentato dalla circostanza per cui una settantina di
dipendenti, gli ex “articolo 7”, hanno finalmente firmato il contratto con
“Calabria etica”, ciò che, oltre a mettere gli stessi al riparo da preoccupazioni
relative agli stipendi, rappresenta un ulteriore elemento di positività per le
casse provinciali, su cui non andranno a gravare le spese per le loro
spettanze. A ciò si aggiunga che sono nell’aria diversi pensionamenti che
andranno ulteriormente a snellire le incombenze di cassa. Tutto questo
permetterà di dare una boccata d’ossigeno e rappresenta un buon punto di
partenza per l’auspicata inversione di rotta. Ma non è altro che una piccola
goccia limpida nel torbido mare dei problemi in cui naviga oramai l’ente. È per
tale ragione che occorre che il governo nazionale colga tale appello, si faccia
carico del “caso Vibo” ed intervenga con i fondi necessari a resettare tutto ed
a ripartire dall’anno zero. Solo in questo modo ognuno, per le proprie competenze
e nel rispetto del ruolo ricoperto, sarà in grado di dare il meglio di se e
dimostrare quanto tenga alla politica del fare per il bene di tutti. Solo in
questo modo si potrà sperare nell’effettiva ripresa di questa terra dalle mille
potenzialità ancora inespresse e con un tessuto imprenditoriale che non deve
temere problemi finanziari per crediti vantati, anziché per debiti, e ha
bisogno di interlocutori istituzionali che devono essere messi in condizioni di
essere efficienti e dare le risposte che i cittadini si aspettano. Solo se interviene il governo centrale. Altrimenti la provincia di Vibo continuerà ad essere il
carrozzone in cui è stata ridotta: un ente che va avanti seguendo le leggi
fisiche dell’inerzia finché non si raggiungerà il baratro al di là del quale
c’è solo la fine irrimediabile.
mercoledì 1 ottobre 2014
Il mio contributo per una provincia nuova
L’onere
prima che l’onore è l’elemento che mi muove nell’accettare questa nuova
affascinante sfida che mi si apre d’avanti con l’elezione al consiglio del
nuovo ente provinciale di Vibo. Un onere che deriva dalla mia indole più intima
che, da sempre con coerenza e onestà, mi spinge ad agire per il bene comune e a
favore della gente. È con tali intenti che mi accingo ad intraprendere il nuovo viaggio da membro del
rinnovato consiglio provinciale di Vibo Valentia. Un viaggio da realizzare
attraverso un cammino che, visto lo stato in cui versa l’ente e le mille
problematicità che ereditiamo, si presenta ostico, ma non per questo
impercorribile, se si parte dal presupposto che occorre necessariamente cambiar
rotta e, per farlo, crederci e volerlo dal profondo, per una terra che ha
bisogno di un futuro che non è fatto di astratta fortuna né di inconcludenti e
deleteri giochi di potere politico. Un futuro che non può più essere atteso o
rincorso ma va raggiunto da noi, dalle scelte che, negli ambiti strategici e
fondamentali – edilizia scolastica, viabilità e quant’altro in cui la provincia è chiamata a dare
risposte, compresi i propri impiegati - da oggi in avanti siamo chiamati a
prendere ponderatamente, con coscienza e decisione, consci che di treni non se
ne possono più perdere. Un ringraziamento va al mio partito, quel Pd che mi onoro di rappresentare in seno all’assise
provinciale e che, è cronaca, ha svolto tutte le operazioni alla luce del sole
e senza inciuci di sorta, circostanza di cui i vertici regionali e nazionali
dovrebbero andar fieri. Allo stesso modo un grazie va ai sindaci ed amministratori che hanno creduto nella mia
persona e mi hanno sostenuto ed a quanti, in questi giorni, mi hanno
manifestato sentimenti e messaggi di stima ed incoraggiamento a fare e fare per
il bene di tutti. Allo stesso tempo non posso esimermi dall'indirizzare una critica alla legge che ha portato alla formazione di questo nuovo
organismo, legge che presenta mille contraddizioni e assurdità, non ultima
quella per cui gli esponenti a capo delle compagini minoritarie non sono
risultati eletti. In tale direzione un pensiero di stima va a Sergio Rizzo,
il quale con lealtà, esperienza, coerenza, capacità e coraggio ha saputo
guidare in maniera esemplare questa “lotta” che sin dall’inizio si è presentata
impari. La stessa legge, però, ha insito in se un elemento di grande positività
e vantaggio: quello di aver portato in seno al consiglio sindaci ed
amministratori dei comuni della provincia, i quali lottano quotidianamente
contro i problemi che attanagliano i diversi centri, per cui sono quelli che
maggiormente li conoscono nella loro intimità, sanno quelle che sono le
priorità per i cittadini e, dunque, sono i soggetti più indicati
nell’attuazione delle misure necessarie per addivenire all’adozione di una
azione efficiente ed efficace. Per cui, senza minimizzare su ciò che è stato,
l’invito ai miei colleghi è quello di rimboccarci tutti le maniche e, consci dei limiti derivanti
dalla situazione economico finanziaria dell’ente, mettere a disposizione le
nostre esperienze e competenze ed operare individualmente e sinergicamente.
L’obiettivo è risollevare le amare sorti di questa provincia. Lo merita il
territorio. Lo meritano i cittadini.
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