"Non buttare via il tuo tempo o il tempo butterà via te."



venerdì 31 ottobre 2014

Regionali, è il momento di concentrarsi sui programmi e sulle priorità



Dopo la lunga fase preelettorale per le regionali di fine novembre - durante la quale, da tutti i lati, si è potuto assistere a tutto ed al suo contrario - è il momento di parlare di ciò che i calabresi si aspettano, attraverso l’esposizione dei programmi e degli intenti che si hanno per una regione che, sebbene con tutte le potenzialità di questo mondo, è da sempre ferma al palo, alla rincorsa di una riscossa che non arriva ed alle prese con i soliti problemi che, però, qui si chiamano emergenze, così da farli apparire sempre come nuovi ed impressionare di meno i cittadini che, stufi però di convivervi,  chiedono li si affronti con serietà e competenza». È per tale ragione che esorto Mario Oliverio, il mio candidato naturale, persona capace ed affidabile, e gli aspiranti consiglieri, ad iniziare a parlare ai cittadini delle priorità cui intendono rivolgersi e delle modalità per affrontarle. A partire dalla mancanza di lavoro, ad esempio, piaga incancrenita e causa di veri e propri salassi demografici – vedi recente rapporto “Svimez” sul tema - che hanno portato via le menti e le forze migliori, su cui si potrebbe intervenire, tra l’altro, ripensando completamente all’utilizzo dei fondi europei, da indirizzare per l’accrescimento del potenziale occupazionale e lo sviluppo reale, oppure dando maggiore attenzione a strumenti innovativi come i “voucher”, ad oggi scarsamente considerati. Dovrebbero, poi, parlare di una sanità che è stata ridotta ad un cumulo di macerie ed occorre rendere più a misura del cittadino, che chiede un sistema sanitario con ospedali, pronto soccorso, guardie mediche e medici di base degni di tal nome. Parlino di depurazione, visto che il turismo costiero è tra le nostre principali risorse, e che se il nostro mare viene ridotto ad una sorta di immensa latrina, con lo scarico di ogni ben di Dio, da risorsa si trasforma in deterrente. Sempre in tema di turismo, e tutela dei territori, inoltre, dicano come intendono valorizzare le aree montante e interne che, con le loro peculiarità naturalistiche e paesaggistiche, sono un ulteriore potenziale volano, attualmente ingrippato da logiche di inaccettabile abbandono. A tal proposito vengano, Oliverio ed i candidati, a parlare di tutto ciò anche a Gerocarne, dove potranno verificare da vicino le bellezze che i piccoli centri interni nascondono e vorrebbero rivelare. Tra le “emergenze” di cui dovrebbero parlare, poi, vi è quella dei rifiuti e della raccolta differenziata, perché vedere per le strade, un giorno si e l’altro pure, immensi “monumenti” d’immondizia, è una celebrazione ad un degrado che più che urbano è istituzionale. In sintesi e in definitiva dovrebbero parlare di buona amministrazione, quella virtuosa che i cittadini pretendono e che è mancata negli ultimi anni, creando ulteriori sentimenti di incertezza e disaffezione verso una politica rimasta di buone intenzioni solo finché non ha occupato poltrone. I cittadini chiedono che la Calabria, da sempre ferma al palo, parta. Parlino, Oliverio e la sua futura squadra, con essi, e li rassicurino che, affinché ciò avvenga, si è pronti all’impossibile.

lunedì 27 ottobre 2014

Un'amministrazione che guarda al sociale



Un’amministrazione che tiene alla propria collettività ed ai suoi problemi non può prescindere dal prendere in considerazione anche quelle che possono essere le problematiche più intime e delicate dei cittadini e delle famiglie. Va in questa direzione il rinnovo della convenzione con la fondazione “Calabria Etica”, per la fornitura di servizi a carattere sociale ai cittadini ed alle famiglie in difficoltà, cui si aggiunge l'adesione al progetto “misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in aree urbane”, predisposto dalla stessa fondazione e rivolto a soggetti che si trovano a vivere particolari problematiche economiche, lavorative, di anzianità, disabilità, immigrazione e quant’altro possa essere cagione di esclusione sociale. Un rapporto che viene ribadito con convinzione, quello con “Calabria Etica”, e che ci consente di ampliare e rendere ancora più efficiente un servizio già attivato dalla nostra amministrazione che, sin dagli esordi, ha istituito uno sportello di ascolto come utile strumento di supporto alle problematiche dei cittadini su vari fronti, uno sportello in grado di fornire prestazioni fondamentali a carattere sanitario, con l’istituzione del Cup, ed ideatore di importanti iniziative a sfondo sociale, come l’adesione al progetto “Fiori d’acciaio”  ed al banco alimentare, cui può accedere chiunque fosse interessato. La convenzione mira a valorizzare l’istituzione familiare ed a recuperarne il fondamentale ruolo all’interno della società, promuovere i valori della solidarietà, dell’etica e della legalità e la tutela dei diritti civili dei soggetti svantaggiati, offrendo agli interessati consulenza legale, supporto psicologico, assistenza sociale, attività psicopedagogiche, ludiche, ricreative e di orientamento, mediazione familiare, gruppi d’ascolto ed altre prestazioni di supporto e sostegno a vari livelli. Il progetto, invece, nel rispetto più assoluto della privacy, è rivolto alla lotta alla segregazione sociale, attraverso la predisposizione di opportuni strumenti in grado di raccogliere e mettere a sistema le esigenze ed i fabbisogni dell’utenza, definendone le priorità ed orientandola verso la soluzione degli specifici problemi, per discutere e valutare con l’opportuna attenzione i più delicati dei quali sono previsti incontri periodici tra l’amministrazione, responsabili della fondazione ed il parroco, don Antonio Pileggi, il quale, giudicando il progetto più che positivo, ha dato la disponibilità della parrocchia per la realizzazione di un lavoro capillare e sinergico, da attuare sicuramente con il coinvolgimento anche della scuola, nella sua fondamentale funzione sociale. Ritengo sia questo un utile modo  per avvicinare le istituzioni ai cittadini e alle loro problematiche, impegnandoci nella loro risoluzione ed aiutando i soggetti che più ne hanno bisogno, compito imprescindibile di un’amministrazione attenta ed operativa.

sabato 11 ottobre 2014

La provincia di Vibo diventi un caso nazionale



Una situazione tragica ed insormontabile, molto più grave di quanto poteva apparire dall’esterno. Queste le mie prime impressioni da neo consigliere  provinciale di Vibo Valentia, derivate da una breve ricognizione tra gli uffici e parlando con i dipendenti da cui emerge un contesto economico a dir poco drammatico, di fronte al quale s’infrangono, senza mezzi termini e con profondo rammarico, tutti i buoni propositi della vigilia per una provincia nuova, più efficiente e rispondente alle esigenze del territorio e dei cittadini, che da anni si vedono relegati agli ultimi posti di tutte le classifiche sulla vivibilità ed i servizi offerti ed ai primi se il parametro di riferimento è qualcosa di negativo. Un vero e proprio “caso Vibo” per il quale c’è poco da fare a meno di un intervento del governo nazionale. Una constatazione, la mia, che si coglie immediatamente scambiando qualche battuta con i dipendenti, nei quali c’è parecchia preoccupazione sulle sorti che spettano loro e l’ente nella sua interezza, preoccupazioni che, certamente, influiscono sul buon andamento del lavoro svolto dagli stessi. A pesare maggiormente sulle casse provinciali sono sicuramente i tanti debiti contratti negli anni, cui si deve aggiungere il forte esubero di personale, decisamente in sovrannumero per un ente piccolo come la nostra provincia. Da questo punto di vista uno spiraglio è rappresentato dalla circostanza per cui una settantina di dipendenti, gli ex “articolo 7”, hanno finalmente firmato il contratto con “Calabria etica”, ciò che, oltre a mettere gli stessi al riparo da preoccupazioni relative agli stipendi, rappresenta un ulteriore elemento di positività per le casse provinciali, su cui non andranno a gravare le spese per le loro spettanze. A ciò si aggiunga che sono nell’aria diversi pensionamenti che andranno ulteriormente a snellire le incombenze di cassa. Tutto questo permetterà di dare una boccata d’ossigeno e rappresenta un buon punto di partenza per l’auspicata inversione di rotta. Ma non è altro che una piccola goccia limpida nel torbido mare dei problemi in cui naviga oramai l’ente. È per tale ragione che occorre che il governo nazionale colga tale appello, si faccia carico del “caso Vibo” ed intervenga con i fondi necessari a resettare tutto ed a ripartire dall’anno zero. Solo in questo modo ognuno, per le proprie competenze e nel rispetto del ruolo ricoperto, sarà in grado di dare il meglio di se e dimostrare quanto tenga alla politica del fare per il bene di tutti. Solo in questo modo si potrà sperare nell’effettiva ripresa di questa terra dalle mille potenzialità ancora inespresse e con un tessuto imprenditoriale che non deve temere problemi finanziari per crediti vantati, anziché per debiti, e ha bisogno di interlocutori istituzionali che devono essere messi in condizioni di essere efficienti e dare le risposte che i cittadini si aspettano. Solo se interviene il governo centrale. Altrimenti  la provincia di Vibo continuerà ad essere il carrozzone in cui è stata ridotta: un ente che va avanti seguendo le leggi fisiche dell’inerzia finché non si raggiungerà il baratro al di là del quale c’è solo la fine irrimediabile.

mercoledì 1 ottobre 2014

Il mio contributo per una provincia nuova



L’onere prima che l’onore è l’elemento che mi muove nell’accettare questa nuova affascinante sfida che mi si apre d’avanti con l’elezione al consiglio del nuovo ente provinciale di Vibo. Un onere che deriva dalla mia indole più intima che, da sempre con coerenza e onestà, mi spinge ad agire per il bene comune e a favore della gente. È con tali intenti che mi accingo ad intraprendere il nuovo viaggio da membro del rinnovato consiglio provinciale di Vibo Valentia. Un viaggio da realizzare attraverso un cammino che, visto lo stato in cui versa l’ente e le mille problematicità che ereditiamo, si presenta ostico, ma non per questo impercorribile, se si parte dal presupposto che occorre necessariamente cambiar rotta e, per farlo, crederci e volerlo dal profondo, per una terra che ha bisogno di un futuro che non è fatto di astratta fortuna né di inconcludenti e deleteri giochi di potere politico. Un futuro che non può più essere atteso o rincorso ma va raggiunto da noi, dalle scelte che, negli ambiti strategici e fondamentali – edilizia scolastica, viabilità e quant’altro  in cui la provincia è chiamata a dare risposte, compresi i propri impiegati - da oggi in avanti siamo chiamati a prendere ponderatamente, con coscienza e decisione, consci che di treni non se ne possono più perdere. Un ringraziamento va al mio partito, quel Pd che mi onoro di rappresentare in seno all’assise provinciale e che, è cronaca, ha svolto tutte le operazioni alla luce del sole e senza inciuci di sorta, circostanza di cui i vertici regionali e nazionali dovrebbero andar fieri.  Allo stesso modo un grazie va ai sindaci ed amministratori che hanno creduto nella mia persona e mi hanno sostenuto ed a quanti, in questi giorni, mi hanno manifestato sentimenti e messaggi di stima ed incoraggiamento a fare e fare per il bene di tutti.  Allo stesso tempo non posso esimermi dall'indirizzare una critica alla legge che ha portato alla formazione di questo nuovo organismo, legge che presenta mille contraddizioni e assurdità, non ultima quella per cui gli esponenti a capo delle compagini minoritarie non sono risultati eletti. In tale direzione un pensiero di stima va a Sergio Rizzo, il quale con lealtà, esperienza, coerenza, capacità e coraggio ha saputo guidare in maniera esemplare questa “lotta” che sin dall’inizio si è presentata impari. La stessa legge, però, ha insito in se un elemento di grande positività e vantaggio: quello di aver portato in seno al consiglio sindaci ed amministratori dei comuni della provincia, i quali lottano quotidianamente contro i problemi che attanagliano i diversi centri, per cui sono quelli che maggiormente li conoscono nella loro intimità, sanno quelle che sono le priorità per i cittadini e, dunque, sono i soggetti più indicati nell’attuazione delle misure necessarie per addivenire all’adozione di una azione efficiente ed efficace. Per cui, senza minimizzare su ciò che è stato, l’invito ai miei colleghi è quello di rimboccarci tutti le maniche e, consci dei limiti derivanti dalla situazione economico finanziaria dell’ente, mettere a disposizione le nostre esperienze e competenze ed operare individualmente e sinergicamente. L’obiettivo è risollevare le amare sorti di questa provincia. Lo merita il territorio. Lo meritano i cittadini.