Tutto ciò che si compie, da queste parti, lo si fa
sempre e comunque a danno dei cittadini, continuamente privati e defraudati di
importanti servizi che contribuirebbero ad alleviare le ancestrali difficoltà
di cui, loro malgrado, sono portatori i centri interni e periferici della
provincia. Solo un mese fa avevo fatto i miei elogi all’Asp ed al direttore
Antoniozzi per il contestuale avvio, insieme all’ufficio Cup, della prestazione
di esenzione ticket, ma adesso, dopo la sospensione
di quest’ultimo servizio, - per non meglio specificati problemi tecnici - devo
ricredermi e tornare sui miei passi, poiché sono profondamente indignato nei
confronti dei vertici della sanità vibonese e della regione Calabria, verso cui
provo sentimenti di profonda rabbia e delusione. Quello concesso in esclusiva al comune di Gerocarne,
autorizzato a disbrigare le pratiche di esenzione agli aventi diritto senza che
questi si spostino dal loro comune era, infatti, un servizio utilissimo che
stava funzionando alla perfezione, tanto che l’ufficio Cup era divenuto un
punto di riferimento per i cittadini, che in pochi giorni vi si erano rivolti a
centinaia, ottenendo risposte adeguate alle loro esigenze, in un ambito in cui,
con l’introduzione dei diversi codici, vige una vera e propria giungla. Orbene,
in una sanità che da queste parti viaggia su livelli bassissimi di efficienza,
con l’erogazione di quel servizio il comune era riuscito ad andare incontro a
precise esigenze da parte di residenti, in prevalenza anziani, che spesso hanno
difficoltà a muoversi al di fuori dei confini comunali, non esistendo, tra l’altro,
un adeguato servizio di trasporto pubblico. E se una cosa va bene cosa si fa?
La si incrementa? Nemmeno per sogno: la si sopprime, con una decisione più che
discutibile presa di punto in bianco che dimostra, senza temere smentite, che
quando si tratta dei reali problemi dei cittadini di un comprensorio in stato
di abbandono e di ridurne le difficoltà con l’ampliamento dei servizi offerti, si
preferisce fare come gli struzzi e nascondere la testa sottoterra, piuttosto
che svolgere il proprio dovere e andare incontro a delle indubbie situazioni di
necessità. Quella assunta dall’Asp è una decisone infausta che, nonostante le
rassicurazioni secondo cui la sospensione sarebbe stata solo per non più di una
settimana, perdura da oltre 20 giorni senza che nulla si sia mosso, sebbene il
servizio in questione fosse a costo zero
per l’Azienda, poiché a totale carico del comune, che ben sopportava quest’ulteriore
onere pur di fornire una prestazione aggiuntiva ai cittadini. Auspico, dunque, che
al più presto venga riattivato il servizio soppresso, perché di abbandono in
ambito sanitario, soprattutto dopo la chiusura dell’ospedale di Soriano, a
queste latitudini ce n’è già abbastanza.
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