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martedì 7 agosto 2018

Obbligo vaccini, tornare indietro è un grave danno per la salute collettiva e un passo indietro per il Paese


Da genitore, ancor prima che da amministratore ed uomo politico, esprimo rammarico per il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale come pre-requisito per poter iscrivere i bambini ad asili e scuole dell’infanzia, sancito alcuni giorni fa dal voto di un emendamento in senato, che lo ha sostituito con una semplice autocertificazione.
Una pagina tristissima che fa fare un grosso passo indietro al Paese, in quanto allontana l’Italia dal raggiungimento dell’obiettivo della cosiddetta “immunità di gregge”, indispensabile per tutelare la salute pubblica, i bambini in primo luogo e, tra loro, soprattutto quelli immunodepressi, esposti al gravissimo rischio di contrarre da parte dei loro coetanei malattie per le quali, a causa della loro condizione di salute, non possono essere vaccinati.
Un dramma in conseguenza di cui gli esperti prevedono effetti nefasti che si potrebbero evitare, rispettando un banalissimo obbligo che va a vantaggio di tutti.
Sebbene, infatti, la costituzione tuteli il diritto all’autodeterminazione, donando a ciascuno l’autonomia di decidere liberamente quali debbano essere i trattamenti sanitari a cui sottoporsi, è pur vero che quello alla salute è un diritto collettivo, che l’autodeterminazione rischia di ledere e va tutelato maggiormente con l’obbligo al trattamento, perché vaccinarsi è un dovere sociale di ogni individuo verso la collettività tutta.
L’autocertificazione, invece, non dà la sicurezza che i vaccini siano stati realmente eseguiti, perché nessuno può provare con assoluta certezza che essa sia veritiera.
Vaccinarsi vuol dire avere a cuore una società il più possibile sana, come dimostra il fatto che intere generazioni hanno potuto dormire sonni tranquilli dagli incubi del vaiolo (debellato nel 1980), della poliomelite (anch’essa scomparsa negli anni ‘80), della meningite, della difterite (drasticamente ridotta), dell’epatite B e di altre patologie mortali o gravemente invalidanti.
I “pro” superano di gran lunga i “contro”.
Per questo voglio che mio figlio e le giovani generazioni che vengono al mondo abbiano il diritto di vivere in una società sana e libera da gravi malattie. 
Per questo sono a favore dell’obbligatorietà dei vaccini e, se necessario, mi batterò personalmente nelle piazze per raccogliere firme a favore della tesi del "si" ai vaccini, un tema che non può avere colori e connotazioni politiche.
Perché sostenere il contrario equivale a far fare un passo indietro all’Italia ed alla civiltà che la distingue e contraddistingue.

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