Da genitore,
ancor prima che da amministratore ed uomo politico, esprimo rammarico per il
rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale come pre-requisito per poter iscrivere
i bambini ad asili e scuole dell’infanzia, sancito alcuni giorni fa dal voto di
un emendamento in senato, che lo ha sostituito con una semplice
autocertificazione.
Una pagina
tristissima che fa fare un grosso passo indietro al Paese, in quanto allontana l’Italia dal raggiungimento dell’obiettivo
della cosiddetta “immunità di gregge”, indispensabile per tutelare la salute
pubblica, i bambini in primo luogo e, tra loro, soprattutto quelli
immunodepressi, esposti al gravissimo rischio di contrarre da parte dei loro
coetanei malattie per le quali, a causa della loro condizione di salute, non
possono essere vaccinati.
Un
dramma in conseguenza di cui gli esperti prevedono effetti nefasti che si
potrebbero evitare, rispettando un banalissimo obbligo che va a vantaggio di
tutti.
Sebbene,
infatti, la costituzione tuteli il diritto all’autodeterminazione, donando a
ciascuno l’autonomia di decidere liberamente quali debbano essere i trattamenti
sanitari a cui sottoporsi, è pur vero che quello alla salute è un diritto
collettivo, che l’autodeterminazione rischia di ledere e va tutelato
maggiormente con l’obbligo al trattamento, perché vaccinarsi è un dovere sociale
di ogni individuo verso la collettività tutta.
L’autocertificazione,
invece, non dà la sicurezza che i vaccini siano stati realmente eseguiti, perché
nessuno può provare con assoluta certezza che essa sia veritiera.
Vaccinarsi
vuol dire avere a cuore una società il più possibile sana, come dimostra il
fatto che intere generazioni hanno potuto dormire sonni tranquilli dagli incubi
del vaiolo (debellato nel 1980), della poliomelite (anch’essa scomparsa negli
anni ‘80), della meningite, della difterite (drasticamente ridotta), dell’epatite
B e di altre patologie mortali o gravemente invalidanti.
I
“pro” superano di gran lunga i “contro”.
Per
questo voglio che mio figlio e le giovani generazioni che vengono al mondo abbiano
il diritto di vivere in una società sana e libera da gravi malattie.
Per questo
sono a favore dell’obbligatorietà dei vaccini e, se necessario, mi batterò
personalmente nelle piazze per raccogliere firme a favore della tesi del
"si" ai vaccini, un tema che non può avere colori e connotazioni
politiche.
Perché
sostenere il contrario equivale a far fare un passo indietro all’Italia ed alla
civiltà che la distingue e contraddistingue.
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