Comprendo le aspettative e le
aspirazioni di cambiamento riposte dai calabresi nel nuovo governo regionale. Dopo
anni di cattiva gestione e scarso rispetto dei fondamentali principi di
legalità perpetrati dal centro destra, è più che logico pretendere un mutamento
in Calabria, regione ferma al palo che paga anni di cattiva conduzione. Capisco
anche la pretesa dei miei conterranei di essere governati da gente seria e
onesta, che dia alla Calabria il volto di terra di accoglienza, produttività, giustizia
sociale, meritocrazia e legalità che i cittadini vogliono. Ma mi risulta
difficile intendere la mastodontica macchina del fango cui stiamo assistendo:
quella verso il neo assessore Nino De Gaetano, su cui non pende alcun carico
penale, né sono in corso indagini. Solo un sospetto che, plausibilmente alimentato
ad arte, si scaglia contro un personaggio politico il quale si dice apposto con
la coscienza e pronto a dimettersi qualora, a seguito di procedimenti a suo
carico, fosse dimostrato il contrario. Procedimenti, non le questioni di lana
caprina di cui, al momento, si discute, distraendo dal reale obiettivo di
riferimento: provare a far ripartire questa straordinaria terra. Ciò che si sono
(im) posti Mario Oliverio e la sua squadra, verso cui nutro profonda fiducia, certo
che - sia pur nella consapevolezza delle enormi difficoltà, ma forti del grande
consenso e consci di ciò che si aspettano i calabresi - lavoreranno in tale
direzione. Lo dimostra questo primo stralcio di consiliatura: questione Lsu/Lpu,
con la previsione di forme di stabilizzazione; problema rifiuti, assicurando
città pulite durante le festività natalizie; riduzione degli spropositati
stipendi dirigenziali; ridefinizione del sistema egli enti “in house”, uno
spreco di risorse. Credo che la Calabria possa decollare, perché ne ha le potenzialità.
Abbiamo una delle più belle coste dello stivale, con un turismo che può dare
pane a tanti. Una montagna eccellente, capace - dall’attrezzata Sila al
suggestivo Aspromonte, passando per le amene Serre, fonte d’ispirazione per
santi e filosofi – di attrarre schiere di fruitori pronti ad immergersi negli
spettacolari paesaggi offerti. Un capitale umano di giovani e di menti eccelse è
pronto a fare per la sua terra. Dal Pollino allo stretto, in ogni singola
realtà locale, custodiamo un patrimonio culturale, religioso, artistico,
architettonico, ambientale, artigianale ed enogastronomico invidiato. E ci sono
pure gli strumenti, se correttamente utilizzati, per far fruttare tutto ciò. La
Calabria vuole ripartire. Io sto con Oliverio e la sua squadra. Bando alle ciance:
cambiamo la nostra terra.
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