"Non buttare via il tuo tempo o il tempo butterà via te."



martedì 30 dicembre 2014

Auguri ai calabresi per la Calabria che verrà



Ci accingiamo a mettere in archivio un altro anno e a dare, carichi di speranza, il benvenuto al 2015 che, ricolmo di aspettative, ci accompagnerà per altri 365 giorni. Il 2014 è stato, per gli italiani, ed i calabresi in particolare, un anno zeppo di criticità. Crisi stagnante, lavoro latente, disoccupazione galoppante, ed altro, hanno contribuito a spegnere ancora di più la fiducia delle famiglie e dei giovani che, qui in Calabria più che altrove, hanno ripreso la via della diaspora, impoverendo ancora di più i nostri centri, fucine di menti e forze delle cui capacità godranno altre realtà. Un paese con molte difficoltà, l’Italia, alle cui criticità la nostra regione assomma  le sue particolari problematiche, le sue perenni ed ataviche “emergenze”, ulteriore zavorra che fa da pesante contrappeso al decollo ed al rilancio che questa meravigliosa  terra merita. Ma è, il 2014 per la Calabria, un anno che si chiude con una novità importante: il rinnovo dell’assemblea regionale, su cui la maggioranza dei calabresi ha riposto le sue residue, flebili aspettative di inversione di rotta. Un’assemblea che eredita un gravoso bagaglio di problemi in diversi settori nei quali, in certi casi, occorrerà mettere mano su vere e proprie macerie. Ma, ne sono fermamente convinto, nulla è irrecuperabile se solo la manifestata volontà di cambiamento passerà dall’astratto delle parole al concreto dei fatti. Ed allora, l’augurio che rivolgo ai miei concittadini, alla mia provincia ed alla mia regione è che il 2015 sia l’anno che possa passare alla storia come quello di avvio del “miracolo” calabrese. Ci sono i presupposti e si è agevolati, perché non occorre individuare i settori su cui intervenire. Questi sono noti. Occorre solo stabilire una vincente strategia d’azione, quella che è sempre mancata e che i calabresi, vessati da un modus operandi costantemente contrario ai loro interessi, bramano. Volerlo è l’imperativo. E se si vuole si può. Per questo mi auguro, e auguro ai miei conterranei,  che le uniche certezze per il nuovo anno non siano solo che esso avrà 12 mesi, 4 stagioni e sette giorni per settimana, per un totale che non supererà i 365. Mi auguro, e auguro, che in ognuno di questi mesi, stagioni, settimane e giorni si lavori incessantemente a ciò per cui, con ampio margine, si è stati delegati. Auspico, quindi, innanzitutto, che s’intervenga per creare quelle opportunità occupazionali che mancano e che l’uso di strumenti innovativi e l’appartenenza all’Unione Europea, con i fondi che essa concede, potrebbero aiutare a realizzare, per far in modo che si costruisca una Calabria diversa. Più operosa, più florida. Una Calabria che abbia, semmai, il problema dell’immigrazione di giovani da altre regioni d’Italia,  che vengono qui a trovare lavoro, e non sempre quello dell’emigrazione. Una regione di cui andare fieri, nel settore lavorativo come in quello sanitario, da ricostruire pezzo per pezzo dal cumulo di rovine in cui è stato ridotto, con ospedali chiusi senza l’apertura di nuovi, strutture fatiscenti, prestazioni e servizi discutibili e tutt’altro che efficienti. Auspico una regione  senza la piaga della criminalità che frena lo sviluppo, di cui, a partire dal nuovo anno, si parli per l’onestà ed il rispetto della legalità insiti nell’indole dei suoi abitanti. Della maggioranza di essi. Mi auguro, e auguro, che nella Calabria che si inizierà a costruire dal 2015, grazie alla predisposizione di un servizio di raccolta e smaltimento finalmente efficiente, le città siano sgombre da rifiuti e se ne parli sempre più solo per le bellezze ed i gioielli che custodiscono. Auguro una nuova Calabria che sia più attenta alle aree interne e alla depurazione. Perché una montagna tutelata a dovere ed un mare salubre e limpido, insieme alla cura di tutto il resto, sono una potente calamita che attrae turismo. Ed il turismo produce lavoro, proventi e sviluppo.
Questo  mi auguro per la mia regione. Questo auguro ai calabresi.

FELICE 2015 A TUTTI!

lunedì 15 dicembre 2014

Nel giorno dell'avvio della canonizzazione di Padre Vincenzo Idà



Oggi più che mai mi sento onorato ed orgoglioso di rappresentare Gerocarne, il centro che, 105 anni fa, diede i natali al futuro San Vincenzo Idà, umile e puro figlio di questa terra per il quale oggi, con l’attribuzione del titolo di “Servo di Dio”, inizia il percorso che  lo porterà alla beatificazione e santificazione. È, questo, un giorno epocale per la Calabria e per Gerocarne in particolare, paese che, con padre Vincenzo Idà, ha sempre avuto e continuerà ad avere uno stretto e fortissimo legame. Lui che, con la fondazione dei due ordini, i missionari dell’istruzione religiosa e le missionarie del catechismo, ha portato la sua dottrina e la sua santità in giro per i cinque continenti, dove numerose sono le strutture gestite dalle suore e dai religiosi che fanno parte dell’ordine. È anche grazie a padre Idà che il nome di Gerocarne, dove l’illustre concittadino ebbe i natali il 26 aprile del 1909, è conosciuto nel mondo, motivo, questo, di vanto e privilegio per ognuno di noi che, sin da piccoli, abbiamo frequentato l’asilo a lui dedicato, gestito dalle suore che ne proseguono l’insegnamento. Sentimenti, quelli che esprimo, che sono più che sicuro essere quelli di tutti i miei concittadini, come me commossi in questa storica data, per aver ricevuto l’onore di vivere questo importantissimo momento, prima tappa delle 4 che, passando attraverso la prossima attribuzione del titolo di “Venerabile” e quella di “Beato”, condurranno il nostro padre Idà verso la suprema santità, che lo stesso ha ampliamente meritato per le sue universalmente riconosciute virtù umanitarie e teologiche, di cui vivo e palpabile è il segno lasciato nel suo paese natale, dove è rimasto nell’animo intimo di tutti per la sua semplicità ed umiltà, insite anche nella modestia delle sue origini. Gerocarne è fiera di lui e attende con trepidazione che il processo di santificazione si concluda il più presto possibile, così da avere in padre Idà una guida spirituale che sia anche divina ed una protezione speciale in questi anni difficili che ci stiamo trovando a vivere.

sabato 6 dicembre 2014

Con Michele Mirabello vince un gruppo affiatato e coeso. Ora cambiamo la Calabria.



Quella di Michele Mirabello è una vittoria che, oltre a premiarne le competenze, l’essere uomo di partito e la sua serietà politica ed istituzionale, è frutto dell’alacre lavoro di un gruppo coeso e radicato sul territorio da parecchi anni, vicino ai cittadini, di cui ha saputo conquistare la fiducia, affrontandone quotidianamente i bisogni e le problematiche. Un gruppo di giovani amministratori, e validi dirigenti ed attivisti che, grazie all’amalgama creata con competenza e acume dall’onorevole Bruno Censore, tra i principali artefici di questo percorso sin dalle sue origini, ha edificato e portato avanti un progetto valido che non potrà non produrre i suoi risultati benefici per la nostra provincia e l’intera Calabria. Un gruppo affiatato e geloso di quello che ha saputo costruire e che, per questa ragione, non permetterà a nessuno di frapporre interferenze che ne minino la stabilita ed il grado di coagulo raggiunti. Da membro di questo gruppo sono estremamente convinto che dal percorso intrapreso si aprirà a breve uno scenario nuovo, capace di dare vita ad una Calabria rinnovata, più a contatto con i cittadini e le esigenze di cui essi sono portatori. È con essi che bisogna avviare una nuova interlocuzione che permetta di far comprendere che si è deciso, finalmente, di cambiare il passo e risolvere quelli che sono i problemi che gravano perennemente sui calabresi. È ora che si intervenga con cognizione sulla sanità, in Calabria, facendone parlare non perché si muore per un’influenza o un’appendicite, o perché si tagliano servizi e si chiudono ospedali, ma perché è efficiente e perché i calabresi vi si possono curare, senza dover emigrare altrove anche per la salute. È ora che il sistema di raccolta, smaltimento e differenziazione dei rifiuti sia degno di tal nome, perché è ignobile che le nostre belle città si debbano vedere deturpate da cumuli e cumuli di rifiuti un giorno si e l’atro pure. È ora che si intervenga concretamente sul lavoro e sullo sviluppo, utilizzando in maniera funzionale i fondi europei ed indirizzandoli verso progetti in grado di frenare l’esodo di menti eccelse e forza giovanile. È ora che si guardi a strumenti innovativi, come i  “voucher”, utili ad incentivare nuove forme occupazionali in grado di rendere i nostri giovani orgogliosi della regione in cui vivono. Per la stessa ragione è necessariamente ora di incentivare anche le attrattive tradizionali: il turismo, la cultura, l’artigianato tipico, l’enogastronomia, elementi che costituiscono il 99% dell’essenza calabra, al mare come nelle zone interne, quelle su cui, guardando allo spopolamento che le sta consumando, è ora di puntare l’attenzione maggiore, creando più idonee occasioni di sviluppo e rilancio. Questo, e tant’altro, è il progetto che il gruppo di cui faccio parte ha appoggiato e portato avanti, nella convinzione che - con Oliverio, Mirabello e tutta la nuova maggioranza in consiglio regionale, targata centrosinistra e Pd -  è giunta l’ora di una Calabria nuova.