Ci
accingiamo a mettere in archivio un altro anno e a dare, carichi di speranza,
il benvenuto al 2015 che, ricolmo di aspettative, ci accompagnerà per altri 365
giorni. Il 2014 è stato, per gli italiani, ed i calabresi in particolare, un
anno zeppo di criticità. Crisi stagnante, lavoro latente, disoccupazione
galoppante, ed altro, hanno contribuito a spegnere ancora di più la fiducia
delle famiglie e dei giovani che, qui in Calabria più che altrove, hanno
ripreso la via della diaspora, impoverendo ancora di più i nostri centri,
fucine di menti e forze delle cui capacità godranno altre realtà. Un paese con
molte difficoltà, l’Italia, alle cui criticità la nostra regione assomma le sue particolari problematiche, le sue
perenni ed ataviche “emergenze”, ulteriore zavorra che fa da pesante contrappeso
al decollo ed al rilancio che questa meravigliosa terra merita. Ma è, il 2014 per la
Calabria, un anno che si chiude con una novità importante: il rinnovo dell’assemblea
regionale, su cui la maggioranza dei calabresi ha riposto le sue residue,
flebili aspettative di inversione di rotta. Un’assemblea che eredita un gravoso
bagaglio di problemi in diversi settori nei quali, in certi casi, occorrerà mettere
mano su vere e proprie macerie. Ma, ne sono fermamente convinto, nulla è irrecuperabile
se solo la manifestata volontà di cambiamento passerà dall’astratto delle
parole al concreto dei fatti. Ed allora, l’augurio che rivolgo ai miei
concittadini, alla mia provincia ed alla mia regione è che il 2015 sia l’anno
che possa passare alla storia come quello di avvio del “miracolo” calabrese. Ci
sono i presupposti e si è agevolati, perché non occorre individuare i settori
su cui intervenire. Questi sono noti. Occorre solo stabilire una vincente
strategia d’azione, quella che è sempre mancata e che i calabresi, vessati da
un modus operandi costantemente contrario ai loro interessi, bramano. Volerlo è
l’imperativo. E se si vuole si può. Per questo mi auguro, e auguro ai miei
conterranei, che le uniche certezze per
il nuovo anno non siano solo che esso avrà 12 mesi, 4 stagioni e sette giorni
per settimana, per un totale che non supererà i 365. Mi auguro, e auguro, che
in ognuno di questi mesi, stagioni, settimane e giorni si lavori
incessantemente a ciò per cui, con ampio margine, si è stati delegati. Auspico,
quindi, innanzitutto, che s’intervenga per creare quelle opportunità
occupazionali che mancano e che l’uso di strumenti innovativi e l’appartenenza
all’Unione Europea, con i fondi che essa concede, potrebbero aiutare a
realizzare, per far in modo che si costruisca una Calabria diversa. Più
operosa, più florida. Una Calabria che abbia, semmai, il problema dell’immigrazione
di giovani da altre regioni d’Italia, che
vengono qui a trovare lavoro, e non sempre quello dell’emigrazione. Una regione
di cui andare fieri, nel settore lavorativo come in quello sanitario, da
ricostruire pezzo per pezzo dal cumulo di rovine in cui è stato ridotto, con
ospedali chiusi senza l’apertura di nuovi, strutture fatiscenti, prestazioni e
servizi discutibili e tutt’altro che efficienti. Auspico una regione senza la piaga della criminalità che frena lo
sviluppo, di cui, a partire dal nuovo anno, si parli per l’onestà ed il rispetto
della legalità insiti nell’indole dei suoi abitanti. Della maggioranza di essi.
Mi auguro, e auguro, che nella Calabria che si inizierà a costruire dal 2015,
grazie alla predisposizione di un servizio di raccolta e smaltimento finalmente
efficiente, le città siano sgombre da rifiuti e se ne parli sempre più solo per
le bellezze ed i gioielli che custodiscono. Auguro una nuova Calabria che sia
più attenta alle aree interne e alla depurazione. Perché una montagna tutelata a
dovere ed un mare salubre e limpido, insieme alla cura di tutto il resto, sono
una potente calamita che attrae turismo. Ed il turismo produce lavoro, proventi
e sviluppo.
Questo mi auguro per la mia regione. Questo auguro
ai calabresi.
FELICE 2015 A TUTTI!