"Non buttare via il tuo tempo o il tempo butterà via te."



domenica 2 novembre 2014

Un pensiero per Pier Paolo Pasolini: l’intellettuale che fece costruire un ponte a Gerocarne



Il 2 novembre del 1975, su una spiaggia di Ostia, moriva tragicamente  Pier Paolo Pasolini, colui che viene universalmente considerato come uno degli intellettuali e degli uomini di cultura più eclettici e rivoluzionari del XX secolo. Nel giorno del trentanovesimo anniversario della sua dipartita mi preme esprimere un pensiero nei confronti di una personalità di rilievo che, oltre ad avere mille sfaccettature artistiche, fu un profondo osservatore delle trasformazioni della società italiana dell'epoca, particolarmente legato al mondo contadino, sebbene lo abbia apostrofato spesso con epiteti eccessivi ed ai limiti del razzismo, forse per dare maggiore enfasi alle sue denucie sullo stato di vita inaccettabile delle popolazioni campagnole. Tralasciando gli strascichi polemici di alcune sue uscite giornalistiche che descrivevano alcuni ambienti agricoli calabresi ed i loro abitanti, tanto da meritarsi addirittura una querela da parte di un comune del crotonese per diffamazione a mezzo stampa, il legame che Pasolini ebbe con il mondo contadino della società del suo tempo ha indiscutibili aspetti positivi che testimoniano il suo porsi con convinzione a difesa delle persone umili. Ne è dimostrazione un particolare episodio che lega Gerocarne, il comune che mi onoro di rappresentare, e lo scrittore bolognese. Narrano le cronache che negli anni a cavallo tra i cinquanta ed i sessanta Pier Paolo Pasolini fosse in viaggio in Calabria, nel crotonese, alla ricerca di un set scenografico per le riprese del suo capolavoro cinematografico “Il Vangelo secondo Matteo”. Della comitiva del versatile Pasolini faceva parte il regista di Vibo Andrea Frezza, suo amico, che lo invitò a visitare gli ambienti contadini del vibonese.  Giunto in città ed entrato in una nota libreria del luogo, l’intellettuale apprese di una particolare rivolta popolare che si stava svolgendo ad Ariola, una delle frazioni di Gerocarne, dove i contadini stavano protestando veementemente contro l’abbandono totale in cui erano stati lasciati dall’amministrazione democristiana del tempo, rea di mantenere la frazione priva di qualsivoglia minimo comfort, lasciata senza vie di comunicazione, elettricità, acqua, fogne. Turbato dalla notizia, Pasolini espresse il desiderio di incontrare quella popolazione e, per esaudire tale richiesta, fu condotto ad Ariola, dove, nel posto telefonico pubblico, di proprietà della famiglia Santaguida, poté ascoltare dalla viva voce dei protagonisti il racconto dello stato in cui erano costretti a vivere e perché, ascoltando gli echi lontani di un mondo che altrove si stava sviluppando velocemente, portati alla disperazione  avevano dichiarato guerra all’amministrazione comunale. Pare, infatti, che nei giorni precedenti ci fosse stato un funerale e, nel momento in cui il corteo funebre si trovo nei pressi di un fiumiciattolo, la bara cadde dalle spalle dei portatori ed il cadavere finì in acqua, tra lo sgomento dei familiari e di tutti i presenti. Pasolini, da attento osservatore, ascoltò tutto ciò che gli venne narrato e fece la promessa solenne, oltre che sarebbe tornato a Gerocarne in futuro, che avrebbe mandato dei soldi per la costruzione di una qualche opera infrastrutturale ad Ariola. La morte violenta, sopraggiunta in giovane età qualche decennio dopo, non gli permise di mantenere la prima promessa, ma la seconda si: dopo poco tempo dalla sua partenza dal territorio calabrese, infatti, arrivò all’indirizzo del comune di Gerocarne la somma di 50 mila lire, cospicua per il tempo, con la quale venne costruito un ponte che, in qualche modo, contribuì ad alleviare la drammaticità delle condizioni di vita degli abitanti di Ariola. Un gesto semplice, dunque, che testimonia la grande personalità dell’uomo Pasolini, al quale oggi, in rappresentanza dei miei concittadini, va il mio profondo pensiero per aver voluto e saputo interpretare le legittime istanze di una popolazione in estrema difficoltà.

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