Carissimi concittadini, anche
quest’anno siamo qui davanti al monumento ai caduti per onorarli deponendo la
corona di alloro.
Ringrazio doverosamente e saluto le
autorità religiose, civili, militari e i giovani della protezione civile presenti. Un saluto particolare agli alunni presenti, ai docenti e alla Dirigente
Scolastica, Dott.ssa Licia Bevilacqua che ringrazio anche per aver consentito la partecipazione
degli alunni a questa significativa celebrazione del IV Novembre.
Pressappoco cent’anni fa, il 28
luglio 1914, ebbe inizio la prima guerra
mondiale, con la dichiarazione di guerra
dell’impero Austro- Ungarico al Regno di Serbia, in seguito all’assassinio
dell’Arciduca Francesco Ferdinando
D’Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo.
L’Italia entrò in guerra circa un
anno dopo, il 24 maggio 1915, ed il giorno 23 del mese successivo il comune di
Gerocarne vide partire per il fronte i propri giovani, lasciando a casa mogli e figli,
genitori, fidanzate, fratelli e sorelle che avrebbero vissuto oltre tre anni di
angoscia, nella speranza di vederli tornare presto e poterli riabbracciare.
Questa speranza per molti si
concretizzò il IV Novembre 1918, giorno
in cui, alle ore 12, il Generale Armando Diaz annunciò la tanto agognata fine
di quella che venne definita “La Grande Guerra”, conclusasi con la disfatta nemica
e la vittoria della nostra nazione.
Ma, se tanti poterono tornare alle
loro case, molti altri furono sacrificati sull’altare della libertà, della pace
e della vittoria, ottenute ad un prezzo altissimo, in termini di vite umane, con
oltre seicentocinquantamila caduti, tra
i soli militari, quasi altrettanti morti tra i civili, un milione di feriti,
mutilati e invalidi e seicentomila tra prigionieri e dispersi.
Numeri che non sono una semplice statistica, poiché ognuno di essi è una
giovane vita spezzata precocemente o, comunque, segnata in maniera indelebile
nello spirito e nel corpo. Dietro ognuno di quei numeri, di quelle persone, vi
sono tante giovani mogli rimaste vedove, bambini resi orfani, genitori con il
cuore lacerato dal non ritorno dei propri figli, caduti per servire la patria
ed inseguire un ideale di libertà e di pace da lasciare in eredità alle future
generazioni, col monito che la brutalità della guerra non avesse mai più a
ripetersi.
Per questo la giornata odierna è si
triste, ma, allo stesso tempo, serve da esortazione a che le barbarie della
guerra siano solo un ricordo del passato.
Noi suggelliamo questo solenne
momento deponendo questa corona d’alloro, credendo in quell’insegnamento e
rendendo omaggio a tutti i caduti, partendo dai nostri, i cui nomi sono
scolpiti sulle lapide di fronte a noi.
Ma, se, in Italia ed in gran parte del
mondo, oggi la pace è uno stato di fatto imprescindibile, in alcuni paesi,
purtroppo, non è così. Vi sono tanti posti sulla terra, infatti, dove le forze
di pace internazionali, tra cui anche tanti nostri militari, lottano ogni
giorno per cercare di mantenere l’ordine, ristabilire il quieto vivere e
prevenire minacce per la pace e la sicurezza mondiale
Anche a questi ragazzi giunga il
nostro caloroso e doveroso saluto: sono giovani, come lo sono stati quelli che
oggi commemoriamo, impegnati a rischio della vita su fronti di guerra per
cercare di ristabilire condizioni di
convivenza civile, cioè di pace.
Seguendo il loro esempio, anche tutti
noi dobbiamo impegnarci di più per fare in modo che l’esperienza del passato serva ad insegnarci i valori
della vita, della tolleranza e della pace, al fine di rendere il mondo
più vivibile e fare in modo che in questo mondo “ideale” possano avere la
possibilità di viverci quante più persone possibili. Anche coloro ai quali, per
particolari situazioni di vari disordini insistenti nei loro paesi d’origine,
questa possibilità è negata.
La nostra amministrazione sta dimostrando
tale impegno, segno di pace, collaborazione, civiltà e cristiana umanità, dando
accoglienza ad un cospicuo gruppo di giovani immigrati, che abbiamo voluto qui
a Gerocarne per dare prova della nostra disponibilità e ospitalità verso
ragazzi che hanno lasciato tutto per inseguire una speranza, e lo facciamo memori,
altresì, del fatto che anche i nostri cittadini, in tempi passati e, ahimè,
ancora tutt’oggi, hanno dovuto lasciare e lasciano la loro terra d’origine in
cerca di lavoro, venendo accolti nei paesi extraeuropei ed Europei, pur non
avendo di certo tutti l’aureola. Per
questo, pur non minimizzando sul grave fatto avvenuto nei giorni scorsi a
Gerocarne, che non intendo assolutamente giustificare, chiedo a voi cittadini
di dimostrare quella che è la vostra indole e continuare ad accogliere questi
ragazzi.
Ed in tema di pace e civiltà voglio
approfittare della grande presenza di ragazzi e giovani, il futuro del nostro
paese, per rivolgere loro l’appello ad un maggior rispetto di ciò che ci
circonda e che appartiene a tutti; un maggior rispetto per le persone anziane,
un patrimonio di conoscenza e sapienza da tutelare; degli immigrati ospiti a
Gerocarne, ragazzi che forzatamente hanno lasciato i propri paesi martoriati da
guerre, fame e uccisioni ed hanno
bisogno di tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Vi chiedo un maggior
rispetto degli spazi esterni, della natura, dell’arredo urbano, perché
distruggere ciò che ogni giorno faticosamente si cerca di realizzare per il
bene di tutti va a scapito di tutta la collettività. Nel vostro piccolo questo
è il grande impegno che potete offrire per lo sviluppo sociale del nostro paese
e del territorio, nei confronti dei quali non giovano, e mi spiace dirlo, certi
gesti compiuti di recente, che non vanno certo nella direzione di mantenere
bella e accogliente Gerocarne.
Nonostante le ristrettezze economiche e finanziarie, dovute
al particolare momento storico, l’Amministrazione Comunale, che ho
l’onore di rappresentare, è impegnata al miglioramento delle condizioni di
vivibilità nel nostro Comune. Ancora tanto resta da fare, ma con il vostro
impegno e la collaborazione leale possiamo raggiungere ancora più alti ed
importanti traguardi per rendere il nostro paese più confortevole.
Una dimostrazione lampante è
offerta dall’estate appena trascorsa, quando, insieme all’Amministrazione ed
alle associazioni che operano sul territorio, tantissimi ragazzi, che ancora
ringrazio, con impegno ed entusiasmo hanno dato vita a momenti di svago e di
divertimento per la tutta la popolazione. È questa la pace sociale che voglio.
È questa la Gerocarne attiva, partecipativa e civile che preferisco e desidero.
A conclusione, nel giorno che celebra
anche le forze armate, rivolgo un caloroso
saluto all’Arma dei Carabinieri,
in particolare al Comandante della
Compagnia di Serra San Bruno, Cap. Esposito Vangone, e al comandante della Stazione di Soriano, Maresciallo
Sciascia, cui esprimo gratitudine per la particolare attenzione e vicinanza che hanno verso questo territorio.
Chiudo
il mio intervento ribadendo il concetto e rinnovando la speranza che questa
giornata, oltre che momento della memoria e del ringraziamento, sia anche
spunto di riflessione a che il passato e la storia diventino la strada per condurre il presente verso
un futuro sempre più prospero e roseo: dal sacrificio delle Forze Armate per
l’Italia, quindi per tutti noi, derivi l’orgoglio nazionale e l’amore per la
nostra Italia.
Viva l’Italia , Viva le FF. AA.