Manca
veramente poco per le elezioni provinciali di secondo livello del prossimo 28
settembre che mi vedono tra i candidati a consigliere nella lista ufficiale del
Pd, con a capo il sindaco di Maierato Sergio Rizzo. Un grande onere ed un onore
per me che immagino una provincia diversa, più attenta alle esigenze della
gente e di un territorio dalle mille potenzialità, che merita maggiore
attenzione rispetto a quella datagli sino ad oggi. La provincia che vorrei è scevra dagli
inciuci di una politica egoistica intenta a perpetrare giochi di potere fini a
se stessi, scordandosi che il suo compito supremo è lavorare per i cittadini e le
loro esigenze. Vorrei una provincia meno disattenta, che, dalla costa alla
montagna, si accorga delle proprie bellezze e lavori per promuoverle e
valorizzarle. Che punti ad invertire le statistiche che la vedono ai primi
posti solo se si tratta di qualcosa di negativo. Una provincia con un sistema
di nettezza urbana efficiente, in cui la raccolta dei rifiuti sia la regola,
non l’eccezione “emergenziale”. Una provincia con meno criminalità ed un
sistema viario degno di questo nome, fatto da strade di cui non ci si debba vergognare
e su cui non si debba rischiare la vita ogni giorno. Quella che vorrei è una
provincia che, dal mare all’entroterra, viene invidiata per le sue
straordinarie bellezze, non umiliata perché le trasforma in orridità. L’ente
provinciale che deidero è quello più attento al sistema di depurazione dei
centri che ne fanno parte, perché il mare è un bene inestimabile da mantenere
integro e sano, non una immensa fogna in cui scaricare ogni genere di liquame.
Vorrei che la provincia che verrà sia più attenta al mondo della scuola ed alla
sua edilizia e che punti sul lavoro e incoraggi la voglia dei giovani di
rimanere, non che ne esasperi il desiderio di andar via perché: “tanto è tutto
inutile”. Una provincia in grado di organizzare meglio la propria macchina burocratica
e che, con le dovute eccezioni, stia più attenta ai propri dipendenti, molti
dei quali non conoscono il loro destino né se, e quando, verranno compensati
per le loro prestazioni che auspicano di svolgere, se c’è qualcuno in grado di
farglielo fare. Allo stesso modo auspico che tra le priorità del nuovo ente vi
sia l’immediato pagamento delle spettanze alle tante imprese che hanno prestato
opera per la provincia di Vibo e che in futuro, le stesse, vengano compensate in
pochi giorni, come avviene a Cosenza, ad esempio, e com’è umano che sia. Vorrei
che nella nuova provincia di Vibo le istituzioni, ai vari livelli, cooperassero
tra loro per un più efficiente funzionamento. Una provincia con un sistema
sanitario e di trasporto pubblico degni di un paese civile, dove non si
facciano un giorno si e l’altro pure solo proclami su fantomatiche scadenze per
attese costruzioni di ospedali che poi vengono puntualmente disattese. Perché i
cittadini hanno diritto a cure adeguate alle varie patologie e l’esigenza di
poterne fruire con facilità, senza dover temere che, per una malattia un po’ più
importante di un’influenza, debbano per forza emigrare per farsi curare altrove,
esattamente come cinquant’anni fa. La provincia che vorrei è quella che
vorrebbero i cittadini, desiderosi, al contempo, di una politica meno distante
dalle loro necessità. Sarebbe ora che ci se ne accorgesse. È la provincia che
vorrei, fatta dalla politica che mi piacerebbe fosse.