È stato un
importantissimo momento di riflessione, quello vissuto ieri a Gerocarne, dove
le istituzioni civili e religiose hanno incontrato in piazza i cittadini e,
prendendo a riferimento l’enciclica “Laudato si” di papa Francesco, hanno
discusso con loro di temi di pregnante attualità, come la tutela ambientale e
la salvaguardia del creato, su cui chiunque su questa terra è chiamato a
riflettere ed a cambiare rotta, se si vuole salvare il salvabile. La chiesa, con
la sua figura più alta a livello diocesano, il vescovo Luigi Renzo, per la
prima volta è scesa in piazza, affrontando argomenti scomodi per tutti, ed in
particolar modo per coloro che governano ed amministrano, che pur avendo gli
strumenti per attuare il cambiamento a livello di salvaguardia ambientale, non
li adoperano, con la conseguenza che stiamo distruggendo qualcosa che non ci
appartiene, a danno di chi verrà dopo. Un’apertura rilevante, quella della
chiesa, che con l’attuazione pratica di una fruttuosa opera di dottrina
sociale, trattando temi che apparentemente non le competono, incontra la gente
e la invita a concentrarsi e riflettere sulla strada che stiamo percorrendo e sul
modo totalmente sbagliato in cui lo stiamo facendo. Grande esperienza ha
dimostrato monsignor Renzo, che ha preso l’enciclica “Laudato si” del Santo
padre, immaginata per stimolare un radicale cambiamento a livello globale, e l’ha
calata nel contesto territoriale, bacchettando la politica che fa poco e parlando
di rifiuti interrati, e dei tumori e delle malattie rare che ne derivano, di
discariche abusive, di mari inquinati. Tutti argomenti che ci toccano da vicino
e derivano da pratiche di gente senza scrupoli che, avendo come fonte d’ispirazione
solo il dio denaro, deturpa, distrugge e depreda ogni cosa sul territorio,
senza nemmeno pensare che su quello stesso territorio ci dovranno vivere i propri
figli e parenti, che subiranno come tutti gli effetti di tali insane azioni. Forte,
quindi, è stato il richiamo al senso di responsabilità, alla collaborazione ed
alla sinergia insito nelle parole del vescovo, in un momento d’incontro
importante di cui deve far tesoro l’intera comunità, chiamata a fermarsi e ad
essere meno distratta su ciò che ci circonda e da cui deriva la maggiore o
minore bontà della nostra esistenza.