Esattamente settant’anni fa, sancita
dalla volontà popolare espressa nel primo referendum istituzionale postbellico,
nasceva la Repubblica italiana. Una Res (cosa) pubblica (di tutti) che, dopo 85
anni, poneva fine al regime monarchico ed inaugurava una nuova forma di
governo, certamente perfettibile, essendo una novità assoluta che si è
perfezionata negli anni, ma indubbiamente più democratica della precedente, che
aveva permesso l’instaurazione di un regime dittatoriale e sanguinoso. Una democrazia
piena, nel senso intimo del termine, sancita solennemente con un’altra grande novità
fino a poco prima impensabile: il suffragio universale. Per la prima volta nella
storia del nostro paese le donne, componente imprescindibile di una società
civile, hanno avuto la possibilità di partecipare democraticamente ed in modo
attivo alle scelte importanti dello stato italiano. Tante novità, fino a
qualche tempo prima inimmaginabili, che si sono realizzate in un solo momento e
che oggi ci rendono orgogliosi di fare parte di questo meraviglioso Paese che è
l’Italia. Come avviene per ogni novità, ovviamente, non tutti all’inizio videro
di buon occhio il nuovo che avanzava e s’imponeva prepotentemente sullo
scenario politico. Ma col tempo anche i più diffidenti capirono che quei
cambiamenti, imposti dai tempi e dagli eventi, seppur in qualche punto
discutibili, erano importanti e necessari. Tra poco, il prossimo mese di ottobre,
anche noi saremo chiamati ad esprimerci su un mutamento storico ed epocale. Saremo
chiamati ad apporre un si o un no ad una riforma costituzionale inseguita da
decenni. Anche in tal caso non tutto ciò che si appresta ad essere trasformato
trova unanimità di consensi. C’è qualcosa di buono e positivo e qualcos’altro,
diverso per l’interpretazione che ognuno vi dà, che certamente potrebbe dover
essere rivisto. Da parecchio tempo, però, s’impone il cambiamento di un sistema
troppo spesso ingessato, macchinoso e farraginoso, che rallenta, quando non
paralizza o blocca del tutto, il corretto funzionamento della macchina
istituzionale che, al contrario, con le esigenze del giorno d’oggi, richiede
meno burocrazia e più efficienza. Per rispondere meglio alle pretese dei
cittadini e del Paese. Per una Res - pubblica più al passo con i mutamenti
globali ed una democrazia che sappia fare il giusto bilanciamento tra i diritti
ed i doveri di cui è portatore ogni buon cittadino. Buona festa della
Repubblica a tutti.